
Con la sua storia millenaria la città di Pechino è certamente un luogo artisticamente e culturalmente stimolante. Nella capitale cinese convivono modernità e tradizione e il suo continuo sviluppo economico è propulsore di un rinnovamento costante. In questo contesto culturalmente dinamico spiccano Xu Bing, Song Dong e Yin Xiuzhen, tre artisti che con le loro installazioni avanguardiste hanno rivoluzionato il concetto stesso di arte.
«Ogni artista porta il suo background culturale con sé.» – Xu Bing
Nelle opere di Xu Bing, Song Dong e Yin Xiuzhen la metropoli pechinese gioca un ruolo fondamentale. È per questo motivo che ogni opera non è mai uguale a nessun’altra. Al contrario, di volta in volta si assiste alla creazione di un nuovo linguaggio artistico, fluido come la città da cui si origina. Ognuno degli artisti con le sue peculiarità incarna un aspetto differente di Pechino. Questa è la chiave della loro originalità e del loro successo.
Il fascino esercitato dall’ambiguità della Cina rappresenta sicuramente uno stimolo per gli artisti che vivono e operano all’interno di questo contesto culturale. In particolare, Xu Bing utilizza questa ambiguità a suo vantaggio, piegando la realtà per fargli assumere una nuova forma. Fra le sue opere più famose spiccano le installazioni che giocano con la malleabilità del linguaggio verbale in modo da veicolare un messaggio di volta in volta differente. Su tutte, “A book from the sky” e “Square word calligraphy” sono le opere più originali che hanno assicurato a Xu Bing un ruolo predominante nella scena artistica cinese moderna.
Xu Bing, l’artista illusionista. L’arte di manipolare la realtà
“A book from the sky” è un’installazione composta da rotoli appesi morbidamente al soffitto – quasi come se discendessero dal cielo -. Rotoli adagiati sul pavimento, drappeggiati in modo da dare l’impressione di un leggero moto ondoso e rotoli attaccati alle pareti. La particolarità dell’installazione? Si nasconde proprio nel testo tratteggiato nei rotoli. Sebbene in apparenza sembri del tutto simile allo stile calligrafico, per secoli parte integrante del linguaggio artistico cinese, in realtà si tratta di caratteri completamente inventati.
«A questo punto il loro mondo si capovolge. Inizialmente potrebbero pensare che si tratti solo di refusi, ma se ogni carattere è “sbagliato” inizieranno a sospettare che qualcosa non vada in loro.» – Xu Bing
L’eleganza e la raffinatezza del tratto invoglia ad avvicinarsi per osservare meglio, salvo poi rendersi conto di essere stati ingannati. L’intento dell’artista è mettere in discussione la percezione della realtà attraverso la manipolazione del linguaggio. Inventando dei caratteri che non hanno alcun significato, Xu Bing scatena un senso di straniamento che innesca una serie di domande esistenziali. L’inafferrabile senso della vita è protagonista dell’installazione ed è reso tramite un originale utilizzo del linguaggio verbale e artistico.
«Come artista spesso ti chiedi se puoi incanalare la tua esperienza di vita nelle tue opere d’arte. Se puoi usare tutto ciò che c’è di unico in te per creare un nuovo linguaggio artistico.» – Xu Bing
La contaminazione fra oriente e occidente è evidente in “Square word calligraphy” di Xu Bing. Sebbene a prima vista sembra che le pergamene siano una splendida prova di abilità calligrafica, osservandole più attentamente si noterà che in realtà i caratteri dipinti sulla pergamena non sono cinesi, bensì parole inglesi disposte come i classici hanzi. Ancora una volta, l’artista manipola la realtà in modo da creare delle illusioni ottiche. La destrutturazione del linguaggio verbale è un espediente artistico molto potente, poiché mescolando elementi propri di più sistemi linguistici crea un nuovo linguaggio. L’esperimento di Xu Bing ha avuto talmente tanto successo da aver originato un nuovo stile di scrittura, la New English Calligraphy, che fonde al suo interno elementi della lingua inglese e cinese.
Song Dong e Yin Xiuzhen. Il nuovo volto di Pechino nell’arte
«Le bacchette sono una coppia: esistono indipendentemente, ma lavorano anche in tandem.» – Song Dong
La continua evoluzione della città di Pechino è un tema particolarmente caro a Song Dong e Yin Xiuzhen. Sia che lavorino in coppia o singolarmente l’influenza la presenza di Pechino è tangibile nelle opere dei due artisti. Effettivamente, la loro collaborazione più famosa è largamente ispirata alla storia e cultura cinese. L’esposizione “The way of chopsticks: coming of age” è il coronamento di ben 18 anni di collaborazione fra Song Dong e Yin Xiuzhen. Ogni singola coppia di bacchette costruite dai due artisti richiama un determinato tema o periodo storico legato alla capitale cinese. In particolare, Song e Yin per realizzare le loro installazioni utilizzano materiali riciclati, spesso si tratta di scarti della lavorazione edile. In questo modo Pechino diventa parte attiva dell’opera d’arte. Attraverso l’utilizzo di oggetti appartenenti alla città, Pechino diventa la protagonista delle installazioni, mostrando di volta in volta un volto nuovo modificato dallo scorrere del tempo.
«”The way of chopsticks” non è solo un modo di collaborare. È anche un atteggiamento di vita.» – Yin Xiuzhen
Il processo artistico che porta alla realizzazione di ogni bacchetta è particolarmente significativo. Ognuno dei due artisti lavora separatamente alla propria bacchetta, gli unici elementi decisi in comune sono il tema dell’installazione e le dimensioni della bacchetta. In questo modo, sia Song che Yin mostrano un approccio differente allo stesso tema, esprimendo in pieno la propria individualità. La soggettività delle opere è parte fondamentale della loro unicità.
Yin Xiuzhen racconta gli effetti della modernità attraverso l’arte
Nella sua produzione artistica individuale, Yin Xiuzhen mette in risalto temi differenti rispetto a quelli trattati in coppia col marito Song Dong. In particolar modo, Yin si concentra sugli effetti della globalizzazione sulla sfera emotiva umana. Le conseguenze della frenesia di un mondo che non si ferma mai, in continua crescita e mutamento sono particolarmente presenti nelle sue installazioni. L’ambiente della metropoli di Pechino è estremamente stimolante sotto questo punto di vista. Con il suo dinamismo, la capitale cinese è lo scenario perfetto per esprimere il disagio di una modernizzazione avvenuta troppo rapidamente. Ovviamente non mancano riferimenti al degrado ambientale dovuto allo sviluppo economico.
Ognuna delle opere di Yin Xiuzhen esprime una critica sociale. “City ruin” è stata interamente realizzata utilizzando le macerie di edifici antichi demoliti per lascare spazio a costruzioni più moderne. Costruita con dei mattoni sottili e ricurvi che sembrano fluttuare sul pavimento, “City ruin” racconta la storia di una città perduta e di un mondo ormai irrimediabilmente modificato dal progresso.
«Le cose in Cina stanno così. Tutto cambia continuamente e si sposta. Noi ci siamo dovuti spostare molte volte. Questo ha sicuramente influenzato il nostro lavoro.» – Yin Xiuzhen
I segreti del processo creativo, nonché i temi e materiali preferiti da Xu Bing, Song Dong e Yin Xiuzhen sono anche minuziosamente analizzati nella serie “Art21 – Beijing” nel focus dedicato alla città di Pechino. Il documentario incentrato sull’arte del ventunesimo secolo segue i tre esponenti dell’avanguardia cinese analizzando il loro stile e il profondo legame con la città.